INTERVISTE

Gianfranco Burchiellaro

Gianfranco Burchiellaro

Sindaco di Mantova dal 1996 al 2005

Antonio Magini, il grande maestro di Ferdinando Gonzaga, scriveva della corte mantovana all'apice della sua grandezza, all'inizio del '600: "il Palazzo Ducale è...nobile al pari di qualsivoglia altro de Principi d'Italia...tanto ben compartito di stanze, sale, galerie, ornato di pitture nobilissime e di statue antiche".
Magini si riferiva alle grandi opere esposte del Mantegna, Rubens, Domenico Petti, Giovanni Baglione, Guido Reni, Guercino, Van Dyck, Tintoretto, Tiziano e Veronese che costituivano la più grande collezione d'arte dell'Occidente. Un patrimonio andato disperso a partire dal 1628 con la vendita all'Inghilterra di Carlo I Stuart a cui fece seguito tra il 1630 e il 1631 la "presa e il sacco atroce di Mantova" come scrive il Manzoni nei Promessi Sposi.
Dopo quattrocento anni, con la Mostra "Gonzaga, la Celeste Galeria ", curata da Andrea Emiliani e Raffaella Morselli, che abbiamo inaugurato il 1 ° settembre nelle due sedi espositive di Palazzo Te e di Palazzo Ducale, tornano a Mantova alcune delle opere di questa grande collezione, esempio di uno dei primi musei europei. Una tappa fortemente voluta, ambita, desiderata. Il risultato di uno straordinario sforzo sia sul piano scientifico che finanziario, che solo la sinergia tra pubblico e privato poteva garantire.
Per costruirla in questi anni si è dovuto ripercorrere le orme dei Gonzaga, riallacciando antichi rapporti e tessendo nuovi contatti con le istituzioni e i musei di provenienza dei dipinti e degli oggetti che verranno esposti. Inoltre si sono portati a conclusione gli studi sulle collezioni Gonzaga iniziati sin dal 1866. Centocinquantanni di studi che dimostrano la complessità di questa mostra e che danno l'esatta misura dell'impresa imponente messa in cantiere.
Ora, finalmente, Mantova, dopo la grande mostra sul Mantegna del 1961, quella più recente su Giulio Romano del 1989 e dopo le grandi mostre organizzate dal Centro Internazionale di Palazzo Te, può varare un'altra grande mostra che la pone al centro dell'attenzione europea e internazionale, con opere provenienti da tutti i principali musei del mondo.
Una mostra che rappresenta il segno di una piccola ma qualificata città che ambisce ad essere "centro" di produzione culturale e che ha nel recupero del suo passato una delle chiavi interpretative della sua modernità, che vuole riallacciare i fili della propria storia con la sua più alta tradizione culturale - quella dei Gonzaga - per cogliere le sfide del futuro.
Ho ringraziato per questo tutti i soggetti pubblici e privati che hanno condiviso con noi questo progetto: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lombardia, la Provincia di Mantova, la Soprintendente del Patrimonio Storico Artistico e Demoantropologico di Brescia Cremona e Mantova, la Camera di Commercio di Mantova, il Centro Internazionale di Palazzo Te, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la Banca Monte dei Paschi di Siena, la Fondazione Banca Agricola Mantovana, la Banca Agricola Mantovana, il gruppo Eni e i preziosi sostenitori.